POLPETTE DI MERLUZZO E WASABI, CON SALSA DI POMODORO, BURRATA E PANE CARASAU

ESECUZIONE: FACILE
OCCORRENTE:
padella per la salsa di pomodoro; mixer per la burrata; ciotola per lavorare l’impasto

IDEALE PER: cena tra amici

INGREDIENTI (per 4 persone):
√ 3 filetti di merluzzo freschi e già puliti
√ 3 fette di pane da toast
√ mezzo bicchiere di latte
√ 1 cucchiaino di wasabi
√ pangrattato
√ passata di pomodoro (per farla in casa ricetta qui)
√ burrata
√ sale e pepe
√ olio evo

ESECUZIONE

Il wasabi, o ravanello giapponese, è una pianta tipica giapponese. Dal rizoma, cioè dal fusto, si ricava la pasta che viene comunemente utilizzata per il sushi. E’ piccante e, infatti, viene anche chiamato “lacrime”, perché se usato in eccesso fa lacrimare. Il wasabi, a differenza del peperoncino, non interviene in bocca, ma stimola fortemente la mucosa nasale. In realtà, il wasabi originale ha un costo notevole; in commercio, si trova un suo surrogato a base di rafano colorato.

Preparare, per prima, la passata di pomodoro, se volete farla in casa, seguendo qui la ricetta base. Altrimenti, scaldare quella già pronta con un filo d’olio, sale e pepe.

Prendere il pane e togliere il contorno. Spezzettare a mano la parte bianca dentro una ciotola, aggiungere il latte e amalgamare bene. Tritare a coltello il merluzzo ed aggiungerlo al pane. Prendere un cucchiaino di wasabi, aggiungerlo nella ciotola ed impastare con le mani. Aggiungere un po’ di pangrattato per asciugare l’impasto. Salare. Formare delle palline della grandezza che desiderate, passatele nel pangrattato e cuocetele in padella con un filo d’olio. Potete anche friggerle se preferite, impanandole bene.

Prendere la burrata dal frigo e tagliarne metà a tocchetti. In un mixer, frullare la barrata per creare una crema. Se non la trovate, potete usare una mozzarella di bufala, dello stracchino o della stracciatella.

Preparare il piatto con la salsa di pomodoro e la crema di burrata, un pezzo di pane carasau (il pane tipico sardo fatto a foglie croccanti) e le polpette calde.

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